Il nome sembra derivi da "ronco", con il quale si indicava una zona già boscata nella quale gli alberi vennero tagliati per procurare spazio a colture e questo avvenne in anni di crescita economica e demografica come negli anni dopo il Mille o in quelli seguenti la fine del Trecento.
Le Roncacce è il podere più alto della Toscana. Da lì si domina il bellissimo paesaggio di tutta l’alta valle della Lima. Si trova a m. 1279 sul livello del mare, lungo il sentiero che dal Melo conduce alla Croce Arcana.
L’edificio del podere, oggi ristrutturato, un tempo comprendeva l’abitazione del contadino con la stalla adiacente, alla quale si poteva accedere da una porta interna della casa.
In una stanza c’è ancora un vecchio pozzo scavato nel terreno.
Probabilmente venne costruito per avere la possibilità di attingere l‘acqua dal sottosuolo in ogni stagione: soprattutto in inverno, quando con la neve alta, le vicine fonti esterne ghiacciavano.
Iil diametro del pozzo è di m.1,20 e la profondità di m.7; l'interno di esso è tutto rivestito in pietra. E’ ancora intatto e ben conservato, anche se non più utilizzato dai proprietari.
Nei pressi della casa si trova, ancora in buono stato, il caciaiolo, con la vicina sorgente: da una bella fonte le acque scendono in una vasca formata da un tronco di legno scavato.
Dietro casa c’è la grande aia ricoperta di grossi piastroni: su quest’area avveniva la trebbiatura del grano "marzolo" e della segale. Con la loro farina mescolata veniva fatto il pane.
Nell’aia è stato ritrovato un pesante piastrone lungo cm. 95 con un foro vicino a un lato, quello più corto, e delle righe su una faccia. ln tempi lontani questa grossa pietra lavorata serviva per separare dalle spighe i chicchi del grano e della segale.
I "mannucci" (covoni) venivano stesi nell’aia e su di essi veniva trascinato ripetutamente il pesante piastrone rigato, che veniva trainato da un asino per mezzo di una corda fatta passare attraverso il foro. In questo modo i chicchi di grano uscivano fuori dal loro involucro.
Un altro sistema per sgranare i mannucci era “a vetta". La vetta era uno strumento realizzato con due bastoni, collegati da un pezzo di corda: reggendo un bastone, si vibravano con l'altro colpi sui mannucci.
Le date incise su pietre della casa stanno a testimoniare le sue antiche origini: 1599, 1870, 1879.
Dall’Archivio Diocesano di Pistoia” risulta che negli anni 1749 - 1750 - 1751 la casa alle visite risultava “serrata”, e così pure dal 1756 al 1758.
Dal 1773 al 1778 era abitata dalla famiglia di Pellegrino Pagliai.
Nel 1782 e nel 1783 il podere era abitato dalla famiglia di Pietro Ferrari.
Nel 1783 risulta proprietà del Petrucci. Nel 1784 è Podere del Petrucci, abitato dalla famiglia di Giovan Lorenzo Corsini.
La casa e il resede delle Roncacce nel 1824 appartenevano a Petrucci Giovan Silvestro di Marco Biagio mentre la stalla a Petrucci Marco Biagio di Giuseppe.
Un tempo le Roncacce erano sicuramente abitate soltanto nel periodo estivo da pastori, che nell'autunno con la famiglia si spostavano nella Maremma o nel ferrarese a svernare.
[INFORMATORE - GIGLIO CORSINI -1922]
Giglio Corsini ricorda che suo padre Giuseppe, il quale abitava in Santa Chiara in estate e al Conio in inverno, a un certo punto della sua vita acquistò il podere delle Roncacce. Erano gli anni intorno al 1920. Dopo qualche tempo vi andò ad abitare con i suoi familiari.
Prima dei Corsini, viveva alle Roncacce la famiglia Nesti che, acquistato il podere Fosso, lì si trasferì.
Giglio ricorda di aver sentito dire che il podere un tempo apparteneva alla chiesa ed è probabilmente in quel periodo che vennero costruiti i muri sparsi per il podere e vennero piantati dodici abeti e ventidue faggi, alcuni dei quali ancora esistono.
Alla famiglia Corsini appartiene tuttora il podere delle Roncacce, che è unazienda bioagrituristica.
Nelle vicinanze dell’abitazione c’è un esemplare di faggio, presumibilmente di 200 anni, considerato pianta monumentale come risulta dalla "Scheda di Censimento delle piante monumentali (L.R. 82/82) della Provincia di Pistoia."
TRATO DA :
DANIELA CORSINI, " IL PAESE DEL MELO -FRAMMENTI DI STORIA E DI MEMORIA " , GRUPPODI STUDI DI ALTA VAL DI LIMA , ARTI GRAFICHE L & F , PISTOIA , 2009